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Differenze tra coltelli Santoku e coltelli Nakiri

Quali sono le differenze tra il famoso coltello Santoku, quello delle tre virtù, e il coltello Nakiri? Ecco una guida per capire qual è il coltello giapponese che fa per te

Abbiamo già dedicato un post ai coltelli giapponesi da cucina, spiegando perché queste lame sono diventate così famose a livello internazionale. Per noi occidentali, però, non è facile distinguere tra i tanti modelli di coltelli nipponici: abbiamo infatti a che fare con lame strette e lame larghe, con punte aguzze o con finali quadrati, con lame simmetriche, e quindi affilate da entrambi i lati, e lame asimmetriche, affilate da una sola parte. E queste sono solamente alcune delle differenze principali! Oggi vedremo quindi quali sono le differenze tra coltelli Santoku e coltelli Nakiri, per vedere quando usare uno e quando usare l’altro. Buona lettura!

Le differenze tra coltelli Santoku e coltelli Nakiri: il coltello delle tre virtù

Per vedere quali sono le differenze tra coltelli Santoku e coltelli Nakiri, partiamo dal primo, ovvero dal Santoku. Il nome giapponese fa riferimento alle tre virtù della lama di questo utensile, che sarebbe infatti perfetta per tagliare, sminuzzare e tritare carne, pesce e verdura. Si tratta quindi di un coltello poliedrico e versatile, che non a caso, molto spesso, viene comparato con il nostro coltello da chef, ovvero con la lama che i cuochi utilizzano quotidianamente e più spesso in cucina. Ma come è fatto un coltello Santoku? Per capirlo possiamo pensare proprio alle differenze tra questo e i nostri classici coltelli da cuoco. Si tratta di un coltello a lama lunga, leggermente più corta, però, rispetto ai nostri coltelli da chef; la lama è molto ampia, ma non presenta la punta del modello occidentale, con il Santoku che presenta quindi una forma più tozza, con la linea della lama meno arcuata. Lo spessore della lama orientale è in genere minore, per tagli più precisi; il manico è tendenzialmente allineato con la parte superiore della lama; la tradizione vuole che l’affilatura sia presente su entrambi i lati, a differenza di molti altri coltelli giapponesi, che risultano quindi asimmetrici. Non di rado i modelli moderni di coltello Santoku presentano dei piccoli alveoli ai lati della lama, per evitare che il cibo resti attaccato durante il taglio, aiutando peraltro a effettuare tagli più precisi. Ora che abbiamo visto le caratteristiche principali del Santoku, vediamo quali sono le differenze tra questo e il coltello Nakiri!

Le differenze tra coltelli Santoku e coltelli Nakiri: il coltello per le verdure

Altro modello di coltello giapponese molto famoso è il Nakiri. Si tratta di un coltello usato soprattutto per il taglio e la lavorazione delle verdure, e in genere nelle attività culinarie che necessitano di tagli molto precisi. Il coltello Nakiri si distingue a colpo d’occhio per la sua lama quadrata con la sola parte finale arrotondata; qualcuno potrebbe pensare di utilizzare questa lama ampia e affilata come una mannaia, per spezzare le ossa interne alla carne, ma non è affatto questo l’utilizzo ideale del coltello Nakiri. A differenze del Santoku, che si presta a un taglio con movimento avanti e indietro, il Nakiri preferisce il taglio netto, con un unico gesto. Esiste un altro coltello giapponese simile al Nakiri, l’Usuba: il primo, però, presenta la lama affilata su entrambi i lati (come il Santoku) mentre l’Usuba ha una lama asimmetrica.

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