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Come si centrifuga il melograno

Come si centrifuga il melograno

Buona e ricca di nutrienti, la melagrana è uno dei frutti tipici dell’autunno, e vale la pena imparare a farne dei prelibati succhi!

Pieno autunno: è questo il momento di gloria della melagrana, frutto dell’albero del melograno che, nel linguaggio comune, viene spesso chiamata con il sostantivo maschile. Lì, appese tra i rami nella loro sfavillante veste autunnale, se ne stanno queste grosse e lucide ‘mele’. Al solo guardarle viene l’acquolina in bocca, e per questo tantissime persone domandano alla rete come si centrifuga il melograno, per gustarlo fino in fondo a qualsiasi ora del giorno.

Ma occhio: il melograno o melagrana che dir si voglia non è solo gustoso/a. É anche salutare, e parecchio. È infatti un frutto ricco d’acqua, fibre, fruttosio,sali minerali e antiossidanti, amico di reni e fegato. E ancora, è ricco di vitamina C, ottima per prevenire i tipici mali delle stagioni fredde, nonché di polifenoli, alleati di prim’ordine contro le allergie. Non si contano, peraltro, le ricerche che assegnano al melograno nuove generose funzioni, come quelle di aiutare nella prevenzione del tumore alla pelle, al seno e alla prostata.

Come aprire il melograno

Come si centrifuga il melograno

Altri modi per fare il succo di melograno

Come aprire il melograno

Prima ancora di vedere come si centrifuga il melograno, è d’obbligo vedere come si apre questo frutto. Non si tratta, infatti, di una classica mela da sbucciare e tagliare a fette. Anzi: chi si trova per la prima volta alle prese con questo frutto, in effetti, non sa spesso a quale santo votarsi.

Esistono diversi metodi per sgranare il melograno. Quello classico prevede di togliere la calotta superiore con il coltello e quindi di eseguire dei tagli verticali superficiali, così da creare poi degli spicchi, dai quali estrarre i chicchi. Occhio: il tagliere va lavato subito dopo l’operazione!

Un altro modo, per evitare di schizzare di succo di melograno tutta la cucina e i nostri vestiti, è quello di incidere il melograno e poi di sgranarlo in una ciotola d’acqua. Un metodo ancora più smart è quello di usare uno sgrana melograno, ovvero uno strumento semplice che permette di sgranare in modo facile un frutto intero in meno di due minuti.

Come si centrifuga il melograno

Bene, abbiamo abbiamo i chicchi. Come si centrifuga il melograno? Ebbene, chi è dotato di una centrifuga potente e di qualità potrebbe persino saltare il passaggio della sgranatura, infilando nella bocca d’immissione dei grossi spicchi di frutto. Il problema, piuttosto, è un altro.

Sì, perché la centrifuga potrebbe andare a schiacciare, almeno in parte, i nocciolini interni al chicco, i quali non hanno affatto un buon sapore. Il risultato? Un succo amaro, per niente piacevole. Di per sé, quindi, la centrifuga non è il migliore degli attrezzi per ricavare un succo di melograno – perlomeno non in purezza. Ma non disperare, ci sono tanti altri metodi!

Altri modi per fare il succo di melograno

C’è chi, per esempio, anziché centrifugare la melograna, usa uno spremiagrumi, trattando questo frutto come se fosse un’arancia. Non sarà un metodo né veloce né del tutto efficace, ma in qualche modo si arriverà ad avere un buon succo. É possibile provare anche con un frullatore – dopo aver sgranato la melagrana – con il rischio, però, di ritrovarsi anche qui con un succo amarognolo.

Sta cercando la soluzione perfetta? Ebbene, per gli amanti del succo di melograno c’è un attrezzo apposito, ovvero lo Spremi Melograno Eva Collection: si tratta di uno strumento molto semplice, ad azionamento manuale, che permette di schiacciare comodamente una melagrana. Facile da usare e da pulire!

Il succo di 100 grammi di arilli – così si chiamano i semi di melograno – contiene il doppio degli antiossidanti presenti nella stessa quantità di more, il triplo rispetto ai mirtilli e il quadruplo rispetto alle arance.

Curiosità e leggende sul melograno

Il nome comune “melograno” deriva, come la grande parte del nostro vocabolario italiano, dalle parole latine “malum” e “granatum”. La traduzione letterale è quindi “mela con semi” e caratterizza appieno la struttura dei frutti di questo albero!

Coltivato, conosciuto e apprezzato già in epoche antiche, il melograno ha avuto diverse valenze simboliche. Le numerose culture antiche – greche, ebraiche, cristiane e babilonesi – attirate dal particolarissimo frutto, lo reputavano un vero e proprio miracolo, quasi una testimonianza terrena delle entità superiori. Tali credenze furono ancor più rafforzate dall’evidente tenacità e sopravvivenza della pianta alle ostilità.

Per i Babilonesi, il frutto era segno di invincibilità, lo associavano infatti alla figura di Ishtar, dea della guerra. Nell’antica Grecia rappresentava invece la fertilità ed era la pianta sacra di Venere e Giunone, dea protettrice dei matrimoni fecondi. Anche i romani gli hanno attribuito la stessa simbologia: le spose, nella loro cultura, intrecciavano i rametti della pianta come augurio di fertilità. Ancora, nelle tradizioni religiose, il melograno viene più volte richiamato: per gli ebrei è simbolo di produttività e ricchezza perché contiene molti semi, tanto che nella Bibbia viene più volte citato come uno dei sette frutti della Terra Promessa. Simbolo di produttività, ma anche di unità del popolo, per via dei suoi grani, che sono stretti tra di loro e crescono prosperi nel loro splendore in uno spazio vitale limitato.

Ai giorni nostri, la tradizione ci insegna che donare un melograno a Natale e consumarlo insieme alla famiglia nella notte di San Silvestro è un simbolo di buon auspicio per il nuovo anno. Ecco perché lo troviamo spesso sulle tavole imbandite a festa nel periodo natalizio!

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